pasticceri, io e mio fratello Roberto

con Roberto Abbiati e Leonardo Capuano
assistente alla regia Elena Tedde
prodotto dalla compagnia Orsini

Due fratelli gemelli.
Uno ha i baffi l’altro no, uno balbetta l’altro no, parla bello sciolto.
Uno crede che la crema pasticcera sia delicata, meravigliosa e bionda come una donna, l’altro conosce la poesia, i poeti, i loro versi e li dice come chi non ha altro modo per parlare.
Uno è convinto che le bignoline siano esseri viventi fragili e indifesi, l’altro crede che le bignoline vadano vendute, sennò non si può tirare avanti.
Il laboratorio di pasticceria è la loro casa. Un mondo che si è fermato alle quattro di mattina, il loro mondo: cioccolata fusa, pasta sfoglia leggera come piuma, pan di Spagna, meringhe come neve, frittura araba, torta russa, biscotto alle mandorle e bavarese: tutto si muove, vola, danza e la notte si infila dappertutto.
Due fratelli gemelli che, come Cyrano e Cristiano, aspettano la loro Rossana, e dove la vuoi aspettare se non in pasticceria?
Due fratelli pasticceri, se li vedi abbracciati, sembrano un albicocca.
Profumano di dolci e ascoltano la radio: musica, molta musica.

le recensioni

Renato Palazzi, il Sole 24 ore
Il fresco e godibilissimo Pasticceri di Leonardo Capuano e dell’irresistibile Roberto Abbiati che in un penetrante profumo di creme e di morbidi impasti incarnano due frateli gemelli, diversi nell’aspetto e opposti nel carattere ma ugualmente abili nella preparazione di torte e pasticcini.

Claudia Cannella, Hystrio, aprile 2006
Roberto Abbiati e Leonardo Capuano, che il pasticcere l’ha fatto davvero, giocano a fare i fratelli gemelli nati da madri diverse, in un rapporto simbiotico pieno di piccoli conflitti e grandi tenerezze. Sono burberi e romantici, imbranati e surreali.(…) L’impatto con il pubblico, appollaiato su poche scomode gradinate poste su un lato della sala del camino di Castello Pasquini, è ravvicinato. E così deve essere per dare modo a due bravissimi attori (che non sembrano attori) di farci capire come impastare la vita con la crema al cioccolato e farcire il pan di spagna con la panna montata dei sogni e le mandorle profumate dei ricordi.

Renato Palazzi Linus, settembre e ottobre 2005
(…) con garbo e intelligenza, Leonardo Capuano e l’irresistibile Roberto Abbiati riscrivono fra i fornelli il tema del Cyrano di Bergerac, mutandone il rassegnato finale: qui, si intuisce, sarà proprio il maldestro ma arguto suggeritore di belle parole Cyrano a conquistare la sua Rossana al posto dell’aitante Cristiano: il risultato è divertente e poetico insieme, gli attori sono bravi, anche se inevitabilmente a colpire è soprattutto la disinvoltura e la destrezza manuale con cui confezionano creme e bignè (anche perché Capuano il pasticcere lo ha veramente fatto nella vita).

Mariella Bertuccelli, Il Tirreno 14 marzo 2006
Dolcissimo e geniale questo Pasticceri fantastico antidoto agli spettacoli in cui gli chef si improvvisano attori o gli attori chef. Leonardo Capuano e Roberto Abbiati portano in palcoscenico un laboratorio (vero) di pasticceria, frullano ragionamenti e montano albumi di neve…Non lasciateveli scappare e portateci i bambini.

Umberto Fava, Libertà, 31 gennaio 2006
(…) tenerezze da pasticceri, dolce dolcissimo spettacolo. (…)Attenti alla loro comicità un po’ stralunata un po’intenerita un po’surreale, fatta di sottili e ironiche amplificazioni e iterazioni delle gag. Con loro è proibito star seri, anche quando fanno i seri e i sentimentali.

Cinzia Gorla, La Nazione 9 marzo 2006
La ricetta per uno spettacolo delizioso : tanto zucchero e poesia.

Dejan Bozovic, Il Gazzettino, 3 marzo 2006
Quello che di più gradevole c’è in questo spettacolo è l’indiscutibile simpatia dei due attori, Roberto Abbiati e Leonardo Capuano.

Tiziana Carpinelli, Il piccolo, 3 marzo 2006
Ma oltre a farina, burro, e cioccolato, gli ingredienti della pièce sono soprattutto la musica ruggente (Lou Reed, Rolling Stones, Prince) e una certa comicità sottile, fatta di sguardi strabuzzati, mimica efficace e balletti irriverenti. (…) ci resta sulle labbra un baffo di zucchero a velo. Perché i dolci, quelli veri, vengono distribuiti lasciando sul palato il ricordo di un sapore irripetibile. Come la ricetta riuscita dell’alchimia di “Pasticceri”.

Federica Lessi, Il Tirreno
…Credo che ci unisca la passione, l’entusiasmo per il lavoro- riprende Abbiati- e il desiderio di mettere in scena qualcosa di autentico, storie vere in cui l’attore sia ben presente e non risulti un personaggio vuoto…”

Francesca Benazzi, Gazzetta di Parma, 30 gennaio 2006
(…) questi due autori-attori dai percorsi differenti che si sono incontrati e hanno deciso di fare uno spettacolo insieme , hanno senz’altro trovato una strada allo stesso tempo semplice ed originale per far breccia nel cuore del loro pubblico.(…) E’ una festa vera e non virtuale (peculiarità esclusiva del teatro) quella a cui si partecipa.

Zoraide Cremonini, Vogue, marzo 2006
“Le personalità dei due personaggi”, dice Capuano, “sono opposte ma complementari: ognuno è la metà della stessa mela.(…) Mi affascina l’altro, afferma Capuano, le sue potenzialità, il confronto, il rispecchiarmi in lui. Insomma, credo sia un’indagine che, se condotta seriamente, scava nel profondo facendoti capire qualcosa di più di te stesso. E’ un bell’esercizio se condiviso con un amico come Roberto Abbiati…e lo è ancor di più se intanto si sorseggia una cioccolata calda.

Valentina Fontana, Il Giornale, 19 dicembre 2000
Ecco allora i due attori impegnati in un insolito spettacolo culinario, una sorta di Cyrano in cui due fratelli gemelli cucinano per la loro Rossana. «Giochiamo a fare i fratelli pasticceri – continua Abbiati-. Ci amiamo e ci odiamo, siamo così diversi». «Ma proprio dall’unione delle differenze – continua l’attore – nasce il prodotto finale: una tavola splendida, imbandita di dolci per la nostra Rossana. L’aspettiamo, è tutto lì per lei». O meglio, tutto lì per il pubblico che a fine spettacolo potrà deliziare il palato».Dietro l’idea, come spesso accade, si nasconde una passione o per lo meno i ricordi di una vita.

Claudia Cannella, Corriere della Sera, 20 dicembre 2006
Da queste bizzarre premesse è nata una collaborazione e quel piccolo gioiello che è «Pasticceri», in scena al Litta fino alla fine dell’anno. È la storia di due fratelli, appunto pasticceri, che vivono in un rapporto simbiotico pieno di piccoli grandi conflitti e di tenerezze, «segregati» nel loro laboratorio-microcosmo al riparo dalle intemperie della vita, immersi nel profumo di «bagna» al mandarino e di crema pasticcera. Uno è robusto e un po’ spavaldo, l’altro è goffo e magrolino. Uno ha parlantina sciolta e piglio da piccolo boss, l’altro balbetta e pare alquanto inetto, con lo sguardo eternamente stralunato nascosto dietro a un paio di baffoni che lo fanno assomigliare a Jean Rochefort.
E il futuro? Un nuovo spettacolo che si intitolerà «L’albero della cuccagna». A buon intenditor…